Vivere in condominio significa condividere spazi, regole… e rumori. Alcuni suoni sono inevitabili, altri possono diventare una vera fonte di disagio, soprattutto nelle ore notturne. Tra questi, il rumore dello sciacquone è uno dei più discussi: ma quando è davvero considerato molesto? E cosa si può fare per ridurlo?
La legge non vieta tutti i rumori, ma solo quelli oltre la normale tollerabilità, come previsto dall’art. 844 del Codice Civile. In linea generale, sono considerati ammissibili i rumori legati alla vita quotidiana, tra cui:
passi, porte che sbattono, uso di elettrodomestici;
utilizzo del bagno (doccia, sciacquone);
conversazioni a tono normale;
piccoli lavori domestici, se svolti di giorno;
giochi dei bambini o animali domestici, purché non eccessivi.
La tollerabilità dipende da intensità, durata e orario: il rumore del wc usato di giorno, per esempio, è difficilmente contestabile. Diverso se avviene continuamente di notte, diventando motivo di disturbo.
Secondo l’art. 844 c.c., un rumore è illecito solo se supera la normale tollerabilità. I giudici valutano caso per caso, tenendo conto di:
frequenza e durata;
orari di produzione (es. notturni);
contesto abitativo (es. condominio, zona residenziale).
Nel caso dello sciacquone, un utilizzo notturno e reiterato può costituire molestia, soprattutto se associato a comportamenti provocatori o a difetti dell’impianto condominiale.
Il regolamento condominiale non può limitare diritti essenziali, come l’uso del bagno, ma può stabilire fasce orarie di rispetto del riposo, generalmente tra:
le 13:00 e le 15:00 (pausa pomeridiana);
le 22:00 e le 08:00 (fascia notturna);
tutta la domenica o festivi in alcuni casi.
Non può però vietare lo sciacquone in tali orari. Può invece sanzionare comportamenti chiaramente disturbanti, come uso eccessivo o intenzionalmente molesto.
Alcune sentenze chiariscono i confini della tollerabilità:
Tribunale di Napoli, sent. 5691/2018: respinta la richiesta di risarcimento per rumori causati da difetti dell’impianto, non da comportamenti scorretti.
Cassazione, sent. 21649/2021: riconosciuto il risarcimento per disturbo notturno reiterato da scarichi troppo frequenti, ritenuti intenzionali.
Ogni situazione va analizzata con misurazioni fonometriche e valutazioni tecniche.
Se il rumore è effettivamente eccessivo, è utile individuarne la causa. Le principali fonti possono essere:
tubi vecchi o non isolati, a contatto con materiali rigidi;
cassette di scarico rumorose, a ridosso di pareti sottili;
impianti condominiali difettosi o obsoleti;
sanitari intasati o deteriorati.
A livello individuale, puoi intervenire con:
sostituzione della cassetta di scarico con modelli a doppio flusso, più silenziosi;
insonorizzazione delle tubature visibili, con guaine fonoassorbenti;
interventi su pareti e soffitto del bagno, con materiali acustici.
Se invece il problema è strutturale e riguarda l’impianto condominiale, è bene informare l’amministratore, chiedendo che venga discusso in assemblea un eventuale intervento di manutenzione straordinaria.
Fonte: idealista.it
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