Un singolo condomino non può imporre all’assemblea condominiale l’installazione di un’autoclave tramite un’azione giudiziale, soprattutto se la bassa pressione dell’acqua è dovuta a problemi della rete idrica pubblica e non a carenze dell’impianto condominiale.
In molti edifici, specie ai piani più alti, l’acqua arriva con scarsa pressione o non arriva affatto, compromettendo attività quotidiane essenziali come lavarsi o utilizzare gli elettrodomestici. Tuttavia, prima di intraprendere azioni legali contro il condominio, è fondamentale verificare la reale origine del problema: in caso contrario, si rischia una causa inutile e costosa.
Su questo tema è intervenuto il Tribunale di Castrovillari con la sentenza n. 1719 del 20 ottobre 2025, offrendo importanti chiarimenti.
Un condomino lamentava una fornitura d’acqua insufficiente, soprattutto nei periodi estivi. La questione, già discussa più volte in assemblea, non aveva portato all’installazione di un’autoclave condominiale. Ritenendo di subire una disparità di trattamento rispetto ai condomini dei piani inferiori, l’attore aveva chiesto giudizialmente che il condominio fosse obbligato a installare un’autoclave comune o, in alternativa, ad autorizzarlo a installarne una privata a proprie spese.
L’assemblea aveva respinto la proposta, rilevando la mancanza di dati tecnici certi e temendo ripercussioni estetiche o strutturali. Il condomino aveva quindi impugnato la delibera, sostenendo che la decisione ledesse il suo diritto fondamentale di accesso all’acqua potabile.
Il giudice ha respinto il ricorso, accogliendo le tesi del condominio. La delibera è stata ritenuta valida e pienamente efficace, non essendo affetta da vizi tali da determinarne la nullità.
Il Tribunale ha sottolineato che l’assemblea aveva deliberato nell’ambito delle proprie competenze e che non era stato dimostrato alcun illecito. Inoltre, il condomino non può chiedere al giudice di obbligare il condominio a realizzare lavori o impianti, ma può solo domandare un risarcimento nel caso in cui un’omissione provochi un danno (Cass. civ., sez. VI-2, 05/07/2017, n. 16608).
Il giudice ha evidenziato che la scarsa pressione dell’acqua era imputabile alla rete pubblica, non all’impianto condominiale. Di conseguenza, il condominio non aveva alcun obbligo di installare un nuovo sistema di pompaggio.
La richiesta del condomino è stata inoltre respinta per mancanza di documentazione tecnica adeguata: non era chiaro dove l’autoclave sarebbe stata collocata né come si sarebbero gestiti rumore e manutenzione.
Infine, la Cassazione (sez. II, 17/02/2023, n. 5110) ha ribadito che il singolo condomino non vanta un diritto “contrattuale” nei confronti del condominio riguardo al buon funzionamento degli impianti comuni, né può pretendere un obbligo di “fare” da parte della collettività condominiale.
Fonte: condominioweb.com
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