Quando si rompe il citofono in una casa in affitto, la riparazione è di norma a carico del proprietario. Questo perché l’intervento rientra nella manutenzione straordinaria e non tra le piccole riparazioni dovute all’inquilino, a meno che il guasto non sia stato provocato da negligenza o dolo del conduttore.
La legge distingue tra:
Manutenzione ordinaria: piccole riparazioni a carico dell’inquilino, come la sostituzione di una maniglia o la riparazione di cerniere allentate.
Manutenzione straordinaria: interventi più importanti, legati a vetustà, difetti strutturali o eventi fortuiti, a carico del proprietario.
Questa distinzione è essenziale per capire chi debba sostenere i costi quando si rompe qualcosa in un immobile locato.
L’inquilino paga:
Danni da uso improprio, come la rottura di un elettrodomestico per manovra scorretta.
Piccole riparazioni dovute all’uso quotidiano, parte della manutenzione ordinaria.
Guasti provocati da negligenza, ad esempio quando non segnala un malfunzionamento e il problema peggiora.
Il proprietario copre:
Riparazioni per usura normale o vetustà.
Danni da eventi fortuiti o accidentali.
Deterioramenti non imputabili all’inquilino, come problemi agli impianti elettrici o idraulici.
Quando il citofono si rompe per usura o guasti tecnici, la riparazione o la sostituzione spetta al proprietario, trattandosi di manutenzione straordinaria.
Fa eccezione il caso in cui il danno derivi da uso improprio o da scarsa manutenzione da parte dell’inquilino, che dovrà quindi sostenere i costi.
Apparecchio interno all’appartamento: spese a carico del proprietario.
Impianto condominiale (pulsante d’ingresso, cablaggio): costi a carico del condominio, quindi indirettamente del proprietario tramite le spese comuni.
Danni da vandalismo: paga chi ha causato il danno; se è l’inquilino, la riparazione resta a suo carico.
È sempre consigliabile verificare il contratto di locazione.
Eventuali clausole che scaricano tutte le spese sull’inquilino possono essere nulle se violano i limiti di legge e non rispettano la distinzione tra manutenzione ordinaria e straordinaria.
Fonte: idealista.it
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